PSICOLOGIA EVOLUTIVA

Il bambino è una piccola persona, ciò vuol dire che agisce, vive e fa esperienza di molte situazioni che hanno su di lui un effetto e generano emozioni, come negli adulti. La differenza con l'adulto rispetto alla capacità di riconoscere e regolare la propria emotività, è data dal linguaggio e dal suo uso: il bambino non possiede ancora la possibilità di riconfigurare con la parola e con il racconto ciò che gli accade e ciò che sente emotivamente. Quando questa piccola persona non ha modo di comprendersi attraverso la ricostruzione narrativa della propria esperienza, vive forti momenti di difficoltà. Gli adulti, allora, rappresentano la risorsa emotiva fondamentale per i bambini: sono loro che possono regolare le emozioni di queste piccole persone attraverso il racconto che permette di ridurre la distanza tra agire e sentire, modulando lo stato emotivo del bambino. Tutto ciò si verifica all'interno di una condizione in cui il bambino non possiede ancora una coscienza riflessiva, ma ha una senso di sé che è fortemente ancorato alla dimensione pratica dell'agire e di ciò che nell'immediato accade. La propria identità ed il proprio modo di sentirsi non sono ancora costituiti e per questo, fortemente definiti dall'incontro con l'altro. Il modo in cui il bambino è (il come sono e il come mi vedo) dipende dal modo in cui l'altro è (i genitori/gli insegnanti sono). La psicoterapia con i bambini coinvolge inevitabilmente anche gli adulti di riferimento che rappresentano il contesto che regola lo stato emotivo del bambino e la fonte della sua identità. Le emozioni del bambino sono sempre legittime, sta agli adulti saperle modulare e regolare. Lo scopo della psicoterapia è, quindi, quello di favorire il cambiamento del contesto: modificare la reciprocità tra genitori e figli al fine di superare le difficoltà dei più piccoli e offrire supporto ai genitori, fornendo modalità di intervento e regolazione rispetto ai comportamenti critici dei propri figli.